Scrivi qui la tua mail
e premi Invio per ricevere gratuitamente ogni mattina la nostra rassegna stampa

18 03 2013 | Rimini | La commissione vota contro i piani particolareggiati. Il Pd gioca con l’astensione

Lunedì, 18 Marzo 2013

tortora-scuro

Rimini | La commissione vota contro i piani particolareggiati. Il Pd gioca con l’astensione


In commissione questa mattina parere negativo, ma strappato, per il piano particolareggiato che prevede oltre 5mila metri quadrati di commerciale alle Celle. Rinvio per il residenziale a Santa Giustina. Maggioranza divisa, con Bertino Astolfi favorevole, col Pdl e Lega, alla variante. Contrari Sel, Fds, Idv, alcuni consiglieri del Pd. Altri del Pd insieme a M5S si sono astenuti. Pironi del Pd non è della commissione, ma oggi c’è voluto essere ed è intervenuto. In favore della delibera. Tre ore e più di commissione non sono bastate alla maggioranza per venire a capo del grande dilemma sui rischi, assecondando le linee di mandato dei sindaco, della bocciatura dei piani particolareggiati. I privati erano tutti lì. E sono rimasti tutti con la bocca asciutta.


“Questa vicenda è un ginepraio, dal punto di vista politico”, dice Fabio Pazzaglia (Sel), lui che comunque dalla minoranza, sul nuovo cemento ha sempre votato e continuerà a votare no. “Questa mattina in Commissione a Rimini si dovevano affrontare due dei piani particolareggiata in attesa da anni di concludere il loro iter”. E invece Pazzaglia ha prima provato a chiedere un rinvio di tutti i punti (come aveva già fatto con esito positivo a dicembre), bocciato. Poi ha votato contro pur cosciente dei rischi che consiglieri, ma anche uffici comunali corrono in tutta questa vicenda. 


Perché, come ha spiegato il direttore generale Valeria Chiodarelli anche per iscritto in una lunga relazione, i consiglieri per dire non ai diritti acquisiti dai privati dovranno addurre motivazioni molto forti (come dimostrano le richieste di commissario ad acta alla provincia fioccate nei giorni scorsi).
Il nodo politico della questione, spiega Pazzaglia, “sta nel fatto che questi casi sono emblematici. Che passino o no, per la maggioranza e per il sindaco, costituirà uno spartiacque”. Questi piani, fa anche notare, i diritti li hanno grazie al sigillo della giunta provinciale e degli uffici comunali.


“Non si trattava assolutamente di votare un piano per la cementificazione – spiega Nicola Marcello del Pdl– perché quello di Paesani alle celle, già approvato dalla vecchia giunta nel 2011, chiedeva semplicemente il cambio di destinazione d’uso per il passaggio dalla vendita all’ingrosso alla vendita al dettaglio”. Dal punto di vista dell’impatto, verrebbe da pensare al passaggio da quello che può essere un capannone tipo industriale a quello che potrebbe assomigliare un centro commerciale. E invece non è nemmeno così. “L’edificio non è deturpante. Non lo è mai stato, nemmeno prima della variante. Certamente lo è molto meno di altri che invece sono stati fatti costruire. Sarebbe sullo stile del Flaminio, bello esteticamente, alto 4 piani. I proprietari avrebbero avuto le carte i regola e probabilmente lo avrebbero già realizzato, sarebbe stato nei loro diritti, se solo non avessero chiesto il cambio di destinazione”.


Per di più, a qui si mette piede sul terreno scivoloso dei diritti acquisiti, i proprietari in virtù di questo piano particolareggiato hanno già ceduto al Comune un pezzo di terreno su cui sono state già costruita in zona una strada e una rotonda, pubbliche, che collegano le Celle alla statale adriatica. Eppure la storia va avanti dal 2005. Adesso farà capolino in consiglio con il parere negativo, ma abbastanza sofferto, della commissione, comunque scossa dal parere della Chiodarelli.


“Tutta questa vicenda attorno ai piani particolareggiati è semplicemente dovuta alla maretta interna alla maggioranza”, dice anche Marcello. “In maggioranza c’è gente che con la vecchia giunta ha votato a favore di questi piani e adesso di fronte alla stessa identica cosa riceve la richiesta di votare contro”. Ed è questo che rende difficile anche trovare una motivazione efficace come richiesto dal parere della Chiodarelli. “Se il parere positivo è già stato dato in passato, adesso diventa complesso e difficile motivare il parere contrario”.


Sempre la commissione di questa mattina ha votato per l’ennesimo rinvio, i proprietari ormai hanno perso il conto, del piano particolareggiato per il residenziale a Santa Giustina, in via Borghi, con sei palazzine, per un totale di 110 appartamenti di cui il 20 per cento per l’edilizia pubblica. Una storia che va avanti dal 2002. Ed è dal 1999 che i proprietari pagano l’ici-imu su quel terreno di 41mila metri quadri (23mila interessati da costruzione), per un valore di 350mila euro (più 210mila euro al comune per la rivalutazione dei terreni del 4 per cento). Se ne parlerà questo giovedì, oppure lunedì prossimo. Il precedente rinvio risale al 17 dicembre 2012.


“Con il piano regolatore del 1999 – racconta Enzo Montanari – i nostri terreni agricoli sono stati resi edificabili con la regola dei comparti. Siamo tutti d’accordo, cioè, a costruire una cosa unica: un piano particolareggiato con case, strade, giardini. Il progetto noi lo abbiamo presentato nel 2007, ma prima per ben due anni abbiamo cercato un rapporto col Comune per trovare una strada armonica rispetto al progetto. Il comune non ci ha mai saputo indicare una strada e ci siamo dovuti arrangiare”.
Presentato il progetto, i tempi in comune si sono trascinati alle “calende greche. Ci chiedevano un foglio alla volta, giusto per allungarli, e siamo arrivati alla fine del 2010 con l’istruzione e la pubblicazione nell’albo del comune (da qui i canonici 60 giorni di tempo per eventuali contestazioni, ma nessuno si è presentato, ndr). Comunque, da quel momento lì il piano era pronto per passare in consiglio comunale. Nel maggio sono stati tanti i piani approvati (anche quello nostro dirimpettaio), mentre noi siamo rimasti indietro”.


Poi le elezioni, una nuova giunta. “Speravamo nel nuovo sindaco, parliamo del 2011. E invece lui arriva e dice che non vuole nuove case, che è così. Punto e basta. Questa guerra iniziata con l’insediamento di Gnassi continua ancora oggi a colpi di boicottaggi, rinvii, cavilli burocratici, fino al rinvio di questa mattina in commissione”.


Non si può dire che i proprietari non abbiano cercato un rapporto con l’amministrazione, fino ad accollarsi l’onere di opere pubbliche per circa 600mila euro “ma, purtroppo, c’è l’intenzione da parte di una certa politica, nel Pd di cercare mille cavilli. Noi siamo stati di fronte a tutti. Abbiamo cercato un rapporto col sindaco, ma lui non ci ha mai voluto ricevere. I suoi uffici ci hanno chiesto di aggiungere opere pubbliche sia dentro il comparto sia fuori e noi abbiamo accettato. Il progetto prevede un parco la pista ciclopedonale di servizio per tutto il paese, la barriera antirumore a ridosso della ferrovia per il costo di 350mila euro. Tutto a nostro carico. Obtorto collo, abbiamo accettato. Eppure il nostro piano è ancora in discussione”. E poi i costi di sette anni di progettazione tecnica.


“Loro hanno sempre tergiversato e allora noi abbiamo deciso di chiedere il commissario ad acta. Se entro 15 giorni a decorrere da domani dal comune non ci arriverà una risposta allora interverrà una persona incaricata dalla provincia. E indagherà. Questo piano avrebbe comportato enormi benefici per il paese di Santa Giustina. Basti pensare anche al fatto che su 41mila metri che è la nostra proprietà, 30mila andrebbero in regalo al comune”.


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

#bgRimini

Le nostre città con gli occhi di chi le vive. Voi scattate e taggate, noi pubblichiamo. Tutto alla maniera di Instagram